La posizione di RossoMori sulla guerra in Ucraina

27 Febbraio 2022 by Articoli di partito 1367 Views
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Si scontrano di nuovo, e questa volta in Ucraina, due imperialismi. Uno è quello dell’autoritarismo oligarchico di Putin, al potere da 25 anni, detentore di un patrimonio personale di incalcolabili dimensioni, padrone assoluto di un paese nel quale le voci critiche si mettono brutalmente a tacere e gli oppositori sono arrestati e misteriosamente avvelenati.

L’altro è quello americano, con una Nato che si espande a dismisura escludendo zone di neutralità in un’Europa ed un’Italia complice e silente. Noi RossoMori non ci schieriamo con nessuno di questi imperialismi, non partecipiamo alle tifoserie per l’una o l’altra parte che si vanno definendo alimentate da un’ informazione inevitabilmente manipolata e parziale. La nostra solidarietà va alle popolazioni che non vogliono la guerra. Quelle ucraine che muoiono e soffrono esposte alle bombe, che cercano rifugio nelle metropolitane di Kiev, che sfollano cercando salvezza. E quelle russe che cercano di manifestare contro la guerra e vengono per ciò arrestate, picchiate, zittite e represse. Noi, prima di qualunque altra considerazione storico-politica o economica sulle ragioni di questo drammatico conflitto, ci dichiariamo contro ogni guerra e ci appelliamo all’art 11 della nostra costituzione molte volte aggirato con mediocri artifizi linguistici attraverso i quali le guerre diventano missioni di pace e operazioni umanitarie. Ciò premesso però, ci sembra sia doveroso distinguere tra chi aggredisce e chi subisce un’ aggressione armata. Noi riteniamo che non ci sia ragione, né storica, né politico-economica che giustifichi né l’invasione armata di uno stato, né la minaccia generalizzata, né la pretesa di trattare mentre si spara e si bombarda. Affermiamo con decisione che in nome dell’ autodeterminazione non si spara, non si bombarda e non si usano i carri armati e crediamo necessaria una mobilitazione generalizzata dell’opinione pubblica per una forte richiesta affinché si fermino le armi, comprese quelle sulle quali l’industria bellica italiana fattura miliardi, comprese quelle con le quali la NATO si esercita nel nostro mare e nella nostra terra. Ma riteniamo anche che una richiesta di pace sia inutile se non accompagnata dalla richiesta di un nuovo modo di stare su questo pianeta. Viviamo in un mondo interconnesso dove grandi oligarchie e grandi gruppi monopolistici controllano beni essenziali (energia, cibo, sicurezza). Tirano le fila indifferenti alle povertà, alle disuguaglianze e alle sofferenze di territori e popolazioni dipendenti e subalterne. In questo quadro salta agli occhi, come sempre, il vuoto di ruolo dell’Europa, chiusa nei propri egoistici interessi nazionali, incapace di prevenire prima, e di disinnescare dopo, l’escalation di un conflitto armato dentro i suoi confini. Appare del tutto insufficiente il balbettio, compreso quello italiano, sulle sanzioni e, peggio ancora, sull’invio di soldati e armamenti. Noi RossoMori non siamo per sanzioni che colpiscano qualche interesse oligarchico affamando contestualmente le popolazioni. Né siamo per la mobilitazione militare che ci porta dentro logiche di guerra dall’evoluzione imprevedibile. L’unica opzione in campo per Rossomori è quella diplomatica. Anche se tardivamente le diplomazie Europee dovrebbero prendere il posto dei carri armati e dei bombardieri. Ora più che mai sarebbe stata necessaria un’ Europa dei popoli che riconoscesse il diritto alla autodeterminazione come principio fondante e valido per tutti: dal Donbass, dalla Catalogna, alla Sardegna, alla Scozia, nel segno di una convivenza pacifica e di una rinuncia alla prevaricazione e alla guerra economica. Noi pensiamo che lo sconforto e la rabbia per l’esplosione di un nuovo conflitto armato, con il suo carico di sofferenze e lutti disumani, non possa se non tradursi in un nuovo impegno alla costruzione di nuove democrazie vere e non finte. Noi crediamo che sia necessario amplificare l’impegno per costruire popoli e territori capaci di autodeterminazione. Lavoriamo a ridurre al minimo le dipendenze politiche, economiche, energetiche, alimentari di ogni popolo e di ogni territorio, costruiamo sicurezza attraverso la giustizia e la lotta alle diseguaglianze, l’affermazione dei diritti dei popoli e delle persone. Diversamente saremo sempre privi di strumenti contro la disumanità estrema di ogni guerra. Lucia Chessa segretaria nazionale partito RossoMori